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EMBOLIZZAZIONE UTERINA NELLA SANITA’ PUBBLICA: COME COMBATTERE IL FIBROMA CON LA TECNICA MINI INVASIVA

La sanità pubblica è necessaria, indispensabile.

Marianna e Barbara, partite rispettivamente da Gallipoli e da Cosenza, due donne che, scegliendo il servizio sanitario pubblico, hanno viaggiato verso un ospedale romano, il San Camillo Forlanini. Il fibroma uterino è una patologia molto diffusa, lo sappiamo bene noi pazienti che ogni giorno ci troviamo ad affrontare questo problema, talvolta sottovalutato. Emorragie, dolore, ansia, la qualità di vita scadente e un futuro incerto dove spesso viene prospettata l’isterectomia, mutilazione che prevede l’asportazione dell’utero. Molte tra di noi non vogliono essere mutilate, non vogliono risolvere un problema con un intervento che a molte di noi appare più invasivo del problema stesso.

Barbara è arrivata a Roma in pullman, da Gallipoli, Marianna è venuta da Cosenza, tutte e due, le vedete, insieme, per effettuare l’Embolizzazione Uterina, entrambe reduci da interventi “classici”, tutte e due hanno già tentato l’assunzione di Esmya, entrambe portano sul loro addome la cicatrice di quel taglio, entrambe con una recidiva e il desiderio di vincere la loro lotta al fibroma uterino in modo mini invasivo. Questa volta andrà diversamente, questa volta vogliono un intervento meno invasivo, si sono informate, hanno pensato e hanno scelto.

La foto è la più bella che si possa desiderare, Barbara, embolizzata da un giorno e Marianna, prossima ad effettuare l’intervento, la solidarietà femminile, quella tra pazienti, donne affette dalla medesima patologia, l’aiuto che tra di noi possiamo dare e avere concretizzato in due volti sorridenti.

La sanità pubblica è imprescindibile, non se ne può fare a meno, gli ospedali pubblici offrono professionalità eccelse, esperienza pluriennale e competenza. Il diritto a usufruire di questa tecnica mini invasiva nella sanità pubblica, gratuitamente, è un’arma vincente per combattere il fibroma uterino.

Talvolta, da paziente, mi trovo a rispondere a domande che mi fanno sorridere, la nostra amica Ilaria, di Roma, mi chiede:

” Davvero c’è gente che arriva da altre regioni?”

” Si, Ilaria, c’è chi si sposta, sceglie di operarsi qui a Roma o in altre città, scelgono perché si fidano, vedono che effettivamente è una buona struttura; parla con Barbara e Marianna, ti potranno spiegare loro, meglio di me, perché hanno scelto l’Embolizzazione Uterina”

” Io ancora non sono convinta sul da farsi… Ognuno dice la sua, ho tanta confusione in testa”

” Il momento della confusione, purtroppo, lo abbiamo avuto tutte. Ti rivolgi a una persona e ti dice una cosa, vai da un altro e ti dice il contrario. Per questo io mi appunto tutto, ogni donna che conosco e che, come me, ha scelto l’Embolizzazione Uterina, se vuole mi può dire la sua condizione di partenza, come sta dopo.. Di modo che possiamo fare una piccola statistica, nostra, personale e cercare di aiutare altre persone mettendole in comunicazione tra di loro, le operate e chi si deve operare, cercando di accomunare la gente in base alle proprie caratteristiche. E’ utile, per noi pazienti, è il punto di vista di noi pazienti, con altri pazienti. E’ un punto di vista concreto, reale”

” Io non lo sapevo neppure che nell’ospedale che, oltretutto, è vicino a dove abito, facessero l’Embolizzazione Uterina, non me lo ha detto nessuno”

” Se ne parla troppo poco, si sponsorizza troppo poco ciò che funziona e ci si sofferma sulle cose che non vanno. Vedi? Se ne parli, le donne lo sanno, scelgono consapevolmente e c’è anche chi decide di affrontare un viaggio pur di curarsi nella struttura pubblica che sceglie. Stiamo tutte bene, siamo sempre di più e stiamo tutte bene, è una garanzia anche questa”.

L’importanza delle strutture pubbliche, nessuna esclusa, è nel dare la possibilità alle donne di curarsi. Una scelta consapevole. Un motivo per parlarne.

 

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