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FIBROMI DIMEZZATI DOPO TRE MESI

Tatiana ci aggiorna ed è un ottimo aggiornamento. Lei è una giovane donna con una bambina, il suo percorso di vita non è stato affatto facile, una separazione, una lesione da papilloma virus poi diventato carcinoma e poi i fibromi. Operata per il carcinoma, per stesso suggerimento del suo ginecologo/oncologo ha scelto di non rinunciare al suo utero per i fibromi uterini, patologia benigna. Nessuno le aveva parlato di Embolizzazione Uterina, era arrivata ad avere i valori del sangue talmente bassi da mettere a rischio la sua salute, le emorragie mestruali erano terribili e le prospettavano la sola isterectomia.

Il ragionamento di Tatiana non fa una piega, non ha tolto l’utero per il carcinoma, ma che se lo deve togliere per dei miseri fibromi? Giusto!

Si è embolizzata circa tre mesi fa, alla prima risonanza magnetica pelvica con mezzo di contrasto ha potuto festeggiare, grazie a una espulsione e alla colliquazione la massa è regredita, se prima la misura maggiore era  14 cm ora è 7 cm. Espulsione, colliquazione, cosa sono queste cose?

Alcune volte i fibromi embolizzati vengono espulsi dal corpo, escono da soli, non occorre far nulla. Così è successo a Tatiana. Altri colliquano, ossia si liquefanno ed escono fuori liquidi, anche questo è successa a Tatiana, per le suddette ragioni la regressione centimetrica è stata così veloce. Il terzo metodo è lo “smaltimento” tramite il sistema immunitario.

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Ricordiamo, visivamente, com’è la colliquazione e l’espulsione:

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L’espulsione è questo che vedete, il fibroma esce, un pezzo, per intero… La colliquazione è un liquido rosato e un po’ appiccicoso.

Beh, Tatiana ora non è più costretta a quei pannoloni terribili che portava

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LE PAURE PIU’ COMUNI SULLA RISONANZA MAGNETICA

Siamo diventate centinaia, è diventato un grande gruppo di confronto tra persone che si sono embolizzate negli ospedali pubblici, d’altronde la filosofia d’inizio di questo gruppo fu proprio quella di parlare esclusivamente di questa realtà, basandosi sulla paziente 0, ossia io, che ho vissuto la mia embolizzazione proprio in un ospedale pubblico. Da lì siete arrivate tutte voi, gli ospedali sono diventati più di dieci, più di dieci nomi, gruppi di pazienti sono stati collegati a queste realtà perciò per ogni nome ci sono tanti nomi di pazienti che si raccontano in relazione a quella specifica struttura e alla loro esperienza personale.

Detto questo, la maggior parte, se non proprio la totalità delle strutture che citiamo richiedono la risonanza magnetica pelvica (spesso con mezzo di contrasto obbligatorio) per poter intraprendere il percorso che conduce all’embolizzazione uterina. Da paziente, perchè io sono una paziente, credo che questo esame diagnostico sia il metodo più efficace per andare ad indagare all’interno del nostro utero, perlomeno a me ha sempre dato una certa sicurezza sapere che il radiologo interventista me la richiedeva.

Le paure che sento più frequentemente le vorrei esaminare insieme a tutte voi, sono paure che arrivano dalla mia esperienza personale ma anche dall’esperienza di tutte le altre, le abbiamo raccolte, raggruppate e ora le guardiamo insieme; il tutto è da intendersi come semplice chiacchierata tra pazienti.

  • Il mezzo di contrasto è pericoloso! Tutti ricordiamo gli studi che hanno avuto luogo negli Stati Uniti qualche anno fa, perlopiù credo riguardassero coloro che purtroppo devono sottoporsi all’esame di risonanza magnetica molte e molte altre volte. Non mi risulta, da mie indagini (ho chiesto a molti dottori) che il mezzo di contrasto sia terribilmente nocivo alla salute, anche perché sennò non lo userebbero. Viene espulso, tra l’altro, con l’urina, successivamente.
  • Occorre stare nel macchinario, terribilmente stretto, soffro di panico e non ce la farò mai! Beh, esistono anche risonanze magnetiche aperte, proprio per coloro che hanno problemi di claustrofobia, ma anche i macchinari, diciamo, chiusi, in realtà spesso hanno la forma di un cannolo siciliano vuoto, ossia sono aperti alle due estremità, quindi non dico che la testa è proprio fuori ma quasi.
  • Ho paura del dolore! La risonanza magnetica pelvica con mezzo di contrasto, ma anche quella senza mezzo di contrasto, non è affatto dolorosa. L’unica scocciatura è l’aghetto per il mezzo di contrasto ma certamente non possiamo indicarlo come motivazione per aver paura del dolore, in quanto, semplicemente, non è dolorosa. E’ come fare un’ecografia, diciamo, solo che stai stesa in un tubo. Detto terra terra, tanto per spiegare che non è un esame doloroso.
  • Ho le mestruazioni, non posso farla! Bah, a meno che nel centro in cui vi rivolgete vi dicano di no, che io sappia, basandomi su molteplici esperienze, si, anche con le mestruazioni potete fare l’esame. Potrete indossare un assorbente interno o esterno, le mutande ve le fanno certamente tenere, una canottiera anche , se in cotone preferibilmente bianco. Affidatevi al centro che avete scelto, vi daranno tutte le indicazioni specifiche che loro espressamente adottano.
  • Non la faccio. In tal caso mi dispiace ma se il radiologo interventista te l’ha chiesta un motivo c’è e quindi conviene farla se ci si vuole attenere alle regole, se ti deve embolizzare si deve attenere al suo protocollo, le indagini diagnostiche vanno fatte con scrupolo perciò la richiedono perché serve, non è un esame opzionale, se la richiedono ci sono delle ragioni e sono strettamente collegate al nostro benessere, perciò davvero è meglio non protestare,tutto è affrontabile serenamente, non dobbiamo ancora mandare i razzi sulla Luna, ci viene richiesto solo di fare degli esami.

Il tutto, ripeto, è da intendersi solo come chiacchierata tra pazienti, potreste trovare situazioni differenti e le affronterete senza difficoltà, queste sono solo le situazioni che ci si sono palesate con più frequenza.

A. Carzek/La Direzione 🙂

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TANTO ANEMICA DA ESSERE TRASPARENTE, SCEGLIE ROMA

Maria Teresa quando l’ho conosciuta era talmente pallida che la sua pelle sembrava di porcellana, mi ha fatto venire in mente quei preziosi piatti della dinastia Ming che se li guardi controluce sembrano sfoglie trasparenti. Sinceramente sentirla mentre faceva le flebo mi ha impressionato molto, chiedere “Cosa fai di bello adesso?” e sentire la risposta “Una flebo” era triste.

Con le tante flebo il suo pallore è andato diminuendo, ma, comunque, il problema persisteva perchè non puoi fare flebo a vita.

Tutto sommato è andata bene, lei, di Frosinone, giustamente ha optato per il Dottor Morucci del San Camillo di Roma, anche con una certa urgenza in quanto le emorragie mestruali non avevano più fine, era diventata una perdita di sangue perpetua e se da sopra metteva sangue da sotto ne perdeva, detto in maniera semplice ma ci siamo capiti tutti.

Cosa dire, ora Maria Teresa è felice di aver risolto il suo problema, temeva di dover ricorrere a interventi demolitivi, invece, poi, si è informata circa l’Embolizzazione Uterina e ha deciso che era la strada giusta da intraprendere. Ci sentiamo soddisfatte anche per questo risultato, sono belle storie, piene di sofferenza ma con un lieto fine.

Forza e coraggio, avanti la prossima.

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FIBROMA ESPULSO PER INTERO E SEZIONATO. ECCO LA FOTO

Eccoci qui con un nuovo capitolo de “I fibromi espulsi per intero”. Stavolta lo abbiamo anche in versione sezionata. E’ il fibroma di Maria Teresa, una donna che vive nei pressi di Frosinone e che dopo essersi felicemente sottoposta a embolizzazione uterina è riuscita ad espellere il suo mostriciattolo. Vediamo la foto. Quel fibroma le aveva provocato un’anemia davvero terribile, davvero invalidante.

L’espulsione è avvenuta dopo contrazioni uterine, anche abbastanza dolorose (ma ricordatevi che i farmaci ci sono e possono essere presi, anche il Contramal, il Toradol e tutto l’ambaradam che la medicina ci mette a disposizione). Al tatto è “molliccio” ma compatto, sezionato appare di colore bianco, morbido ma, appunto, compatto. Odore pungente. L’espulsione è avvenuta naturalmente, senza alcun ausilio o necessità di intervento, si è semplicemente staccato grazie alle contrazioni e la forza di gravità l’ha fatto uscire dalla vagina. Il dopo non ha implicato  alcun intervento, non c’è stato bisogno di fare niente, semplicemente prima il fibroma c’era e ora non c’è più.

Nel caso della signora, all’inizio del tutto, le era stata proposta l’isterectomia come unica soluzione.

La signora ora lavora, vive normalmente, si gode la sua famiglia e butta fuori micro residui di quel fibroma in foto. Il tutto è fatto, l’utero è pulito, come nuovo.

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FOTO DI UN FIBROMA ESPULSO PER INTERO

Ma quale paura, niente paura!

Oggi vi mostrerò qualcosa che non avete mai visto, è un’immagine che deve dare speranza e va valutata con occhi positivi; una donna tra noi ha sofferto per anni a causa del suo fibroma, embolizzato, lo ha espulso per intero. Metto la foto all’interno del post di modo che solo chi lo vuol vedere lo potrà guardare.

Secondo me non è un’immagine di cui aver paura, Maria Teresa si è embolizzata qualche settimana fa, la sua situazione era davvero difficile a causa dell’anemia e delle flebo di sangue che era costretta a fare, il fibroma non era grandissimo ma le aveva rovinato la vita. Trattata con Embolizzazione Uterina, dopo qualche settimana, ha espulso la massa e, ovviamente, sta benissimo. Come? Il suo utero ha fatto tutto da solo, si è contratto finchè, per forza di gravità, il mostriciattolo è uscito fuori, da solo. Non è stata costretta a fare niente, semplicemente niente, prima c’era ed era nel suo corpo, ora è fuori. Fine.

Prossimamente metterò altre immagini, vogliamo vedere com’è all’interno la massa e lei stessa ci racconterà questo fantastico giorno di liberazione, lo farà in un secondo momento poiché ora sta festeggiando.

Senza tagli, senza perdere l’organo, senza punti, senza cicatrici, tutto in anestesia locale, l’embolizzazione uterina è questo, ti permette di trovare una soluzione in modo mini invasivo. E’ una tecnica praticata in tanti ospedali, in questo caso lei aveva scelto il San Camillo di Roma e il dottor Morucci.

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Solo alcune volte i fibromi escono per intero, è una situazione molto positiva perché il problema si estingue in un attimo, prima c’era e poi non c’era più; altre volte escono sgretolandosi, oppure colliquando oppure non escono affatto ed è il sistema immunitario che si occupa dello “smaltimento”. Sono varie modalità ugualmente efficaci, è il corpo della donna che sceglie come e cosa fare.

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ANTONELLA SI EMBOLIZZA AL CARDARELLI DI NAPOLI

Antonella è stata embolizzata al Cardarelli di Napoli giovedì, è stata in osservazione una notte e ora è a casa; la dottoressa Niola e colleghi hanno “generato” un’altra embolizzata che ha potuto, così, scegliere una tecnica mini invasiva invece di altro. Antonella è lieta di condividere con noi e con voi il suo selfie, ancora è a riposo nel letto, a casa sua.

Nel suo caso i fibromi morenti hanno prodotto vari dolori, piuttosto intensi, ma tutto si supera anche perchè si tratta di stringere i denti un po’, non mesi o anni, nessun intervento è scevro da sintomatologia dolorosa, in questo caso il lato positivo è che tutto si risolve in ore e non mesi o anni.

Antonella è una donna in gamba, molto risoluta e diretta, in poco tempo ha deciso cosa voleva fare e l’ha fatto, non è una donna che si perde d’animo, non ha rancori o invidie di sorta, è proprio così come la vedete, sa che è affetta da fibromatosi uterina e invece che piangersi addosso si è data da fare per arginare il suo problema di salute.

A Napoli credo che la degenza sia di una notte, a Roma una/due notti (perlopiù due) a Milano una, a Piacenza due… La do come info, in breve credo che in nessuna delle strutture che citiamo spesso si stia più di due notti in osservazione.

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OLIVIA SI EMBOLIZZA A ROMA

Olivia vive a pochi chilometri da Palermo, dopo aver valutato le varie opzioni e strutture si è orientata verso Roma, ha colto l’occasione anche per visitare la città ed è stata una di quelle donne che sono riuscita a incontrare di persona. Devo dire che Olivia mi è sembrata subito molto decisa, d’altronde qualcuno le aveva proposto l’isterectomia come soluzione al suo utero fibromatoso ma lei non l’ha sentita come una soluzione adeguata al suo corpo. Inoltre Olivia vorrebbe anche una gravidanza.

Il suo fibroma maggiore misura circa 10 cm, più una miriade di fibromi minori. E’ stata embolizzata al San Camillo di Roma dal dottor Morucci, ora si trova in stanza con il compagno che le è a fianco mentre io sono altrove a degustare dei pasticcini fantastici che mi ha portato dalla bella Sicilia, pasta di mandorle!

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Olivia ha l’elastomero, le calze anti-trombo e tutto ciò che serve è a portata di mano, il personale si occupa anche di lei, ha tutto a disposizione. L’ho sentita cinque minuti fa, su Whatsapp, tutto a posto!

Buona vita Olivia, i migliori auguri.

 

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PAOLA SI EMBOLIZZA A PIACENZA

Paola oggi si embolizza nell’ospedale di Piacenza dal bravo Dottor Michieletti. Ha condiviso con tutte noi e tutte voi che leggete la sua foto, sta aspettando di potersi sottoporre al trattamento e nonostante una fisiologica ansia si sente sollevata perché il suo calvario  con i fibromi uterini sta terminando. E’ sempre un piacere vedere donne che scelgono l’Embolizzazione Uterina, in radiologia interventistica, il prima e il dopo nella vita di queste persone riserva sempre delle piacevolissime constatazioni.

Si dice che la solidarietà tra donne non esiste, le donne si fanno la guerra tra di loro, ahimè è vero, però questo piccolo esempio di solidarietà collettiva offre uno spunto per delle riflessioni: l’unione fa la forza e l’ego individuale porta all’autoreferenzialità. Siamo tante, sparse in tutt’Italia, Paola è l’ennesimo esempio che anche Piacenza può essere una valida opzione per porre fine alla sofferenza.

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Paola e Dottor Michieletti, buona embolizzazione!

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