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Simona si embolizza a Cagliari

Simona, bella, brava e simpatica si sta per embolizzare a Cagliari. Il dottore si occuperà di lei egregiamente e Simona è più che serena.

In questi anni abbiamo raccontato tante realtà ospedaliere d’eccellenza,questo è uno dei tanti radiologi interventisti bravi che potete trovare in ospedale.

Forza Simona, il dottor Spinelli Alessio a Cagliari farà un ottimo lavoro!

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Salva il tuo utero

AGGIORNAMENTO OSPEDALI DOVE POTERSI EMBOLIZZARE

Eccoci qui, un bell’aggiornamento sulle strutture ospedaliere pubbliche dove potrete scegliere l’Embolizzazione Uterina, tecnica assolutamente poco invasiva che si pratica in Radiologia Interventistica. Sono una decina di possibilità, per ognuna ci sono donne  che si mettono a disposizione raccontando la propria esperienza e dando suggerimenti, da paziente a paziente.

  1. Dott.Spinelli presso il reparto di radiologia interventistica dell’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari
  2. Dott. Morucci presso il reparto di radiologia interventistica dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma
  3. Dott. Stefano Cesari presso il reparto di radiologia interventistica dell’Ospedale di Castelfranco Veneto
  4. Fondazione Poliambulanza di Brescia sono bravi tutti i radiologi interventisti, siamo in attesa di un nuovo nome in quanto il bravo medico, dott Sallemi, di cui abbiamo recensioni, non lavora più qui
  5. Dott. Valenza, presso il reparto di radiologia interventista dell’Ospedale di Palermo Cervello/Villa Sofia
  6. Dott. Rampoldi presso il reparto di radiologia interventistica dell’Ospedale Niguarda di Milano
  7. Dott. Michieletti presso il reparto di radiologia interventistica dell’Ospedale di Piacenza
  8. Dottoressa Niola presso il reparto di radiologia interventistica dell’Ospedale di Napoli Cardarelli
  9. Dottor Sponza, presso il reparto di radiologia interventistica dell’Ospedale di Udine

Presto avremo Laura che, appunto, racconterà la sua esperienza con il bravo dottor Sponza, per noi è la prima recensione ma il dottore ha vastissima esperienza di embolizzazioni, Laura è la paziente 0 per noi.

 

Diffondete, condividete, basta un click per informare una donna circa questa possibilità, questi nomi sono importanti, sono una minima percentuale dei tantissimi bravi medici che ogni giorno embolizzano. Sono da intendersi come punti di riferimento di cui abbiamo buone recensioni, non sono la totalità e ,speriamo, un domani, altri nomi possano aggiungersi.

SALVA IL TUO UTERO

Tu Puoi

LE PAURE PIU’ COMUNI SULLA RISONANZA MAGNETICA

Siamo diventate centinaia, è diventato un grande gruppo di confronto tra persone che si sono embolizzate negli ospedali pubblici, d’altronde la filosofia d’inizio di questo gruppo fu proprio quella di parlare esclusivamente di questa realtà, basandosi sulla paziente 0, ossia io, che ho vissuto la mia embolizzazione proprio in un ospedale pubblico. Da lì siete arrivate tutte voi, gli ospedali sono diventati più di dieci, più di dieci nomi, gruppi di pazienti sono stati collegati a queste realtà perciò per ogni nome ci sono tanti nomi di pazienti che si raccontano in relazione a quella specifica struttura e alla loro esperienza personale.

Detto questo, la maggior parte, se non proprio la totalità delle strutture che citiamo richiedono la risonanza magnetica pelvica (spesso con mezzo di contrasto obbligatorio) per poter intraprendere il percorso che conduce all’embolizzazione uterina. Da paziente, perchè io sono una paziente, credo che questo esame diagnostico sia il metodo più efficace per andare ad indagare all’interno del nostro utero, perlomeno a me ha sempre dato una certa sicurezza sapere che il radiologo interventista me la richiedeva.

Le paure che sento più frequentemente le vorrei esaminare insieme a tutte voi, sono paure che arrivano dalla mia esperienza personale ma anche dall’esperienza di tutte le altre, le abbiamo raccolte, raggruppate e ora le guardiamo insieme; il tutto è da intendersi come semplice chiacchierata tra pazienti.

  • Il mezzo di contrasto è pericoloso! Tutti ricordiamo gli studi che hanno avuto luogo negli Stati Uniti qualche anno fa, perlopiù credo riguardassero coloro che purtroppo devono sottoporsi all’esame di risonanza magnetica molte e molte altre volte. Non mi risulta, da mie indagini (ho chiesto a molti dottori) che il mezzo di contrasto sia terribilmente nocivo alla salute, anche perché sennò non lo userebbero. Viene espulso, tra l’altro, con l’urina, successivamente.
  • Occorre stare nel macchinario, terribilmente stretto, soffro di panico e non ce la farò mai! Beh, esistono anche risonanze magnetiche aperte, proprio per coloro che hanno problemi di claustrofobia, ma anche i macchinari, diciamo, chiusi, in realtà spesso hanno la forma di un cannolo siciliano vuoto, ossia sono aperti alle due estremità, quindi non dico che la testa è proprio fuori ma quasi.
  • Ho paura del dolore! La risonanza magnetica pelvica con mezzo di contrasto, ma anche quella senza mezzo di contrasto, non è affatto dolorosa. L’unica scocciatura è l’aghetto per il mezzo di contrasto ma certamente non possiamo indicarlo come motivazione per aver paura del dolore, in quanto, semplicemente, non è dolorosa. E’ come fare un’ecografia, diciamo, solo che stai stesa in un tubo. Detto terra terra, tanto per spiegare che non è un esame doloroso.
  • Ho le mestruazioni, non posso farla! Bah, a meno che nel centro in cui vi rivolgete vi dicano di no, che io sappia, basandomi su molteplici esperienze, si, anche con le mestruazioni potete fare l’esame. Potrete indossare un assorbente interno o esterno, le mutande ve le fanno certamente tenere, una canottiera anche , se in cotone preferibilmente bianco. Affidatevi al centro che avete scelto, vi daranno tutte le indicazioni specifiche che loro espressamente adottano.
  • Non la faccio. In tal caso mi dispiace ma se il radiologo interventista te l’ha chiesta un motivo c’è e quindi conviene farla se ci si vuole attenere alle regole, se ti deve embolizzare si deve attenere al suo protocollo, le indagini diagnostiche vanno fatte con scrupolo perciò la richiedono perché serve, non è un esame opzionale, se la richiedono ci sono delle ragioni e sono strettamente collegate al nostro benessere, perciò davvero è meglio non protestare,tutto è affrontabile serenamente, non dobbiamo ancora mandare i razzi sulla Luna, ci viene richiesto solo di fare degli esami.

Il tutto, ripeto, è da intendersi solo come chiacchierata tra pazienti, potreste trovare situazioni differenti e le affronterete senza difficoltà, queste sono solo le situazioni che ci si sono palesate con più frequenza.

A. Carzek/La Direzione 🙂

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Tu Puoi

TIZIANA HA FATTO SIA GLI ULTRASUONI CHE L’EMBOLIZZAZIONE

[13:44, 24/10/2018] TizianaRomaIng: Avevo due fibromi da 5.5 cm e ho voluto provare la tecnica degli ultrasuoni focalizzati. Ho contattato l’Umberto I nel 2016 e sono riuscita a fare il trattamento nel 2017. Devo dire che tutta l’equipe è stata carina e speravo davvero di aver risolto.Il trattamento è durato circa tre ore. Ero vigile ed è stato un po’ doloroso nella parte finale probabilmente perché non ne potevo più e non mi ero fatta somministrare nulla… Purtroppo dopo 9 mesi ho ricominciato ad avere il ciclo abbondante…Pertanto li ho ricontattati, mi hanno fatto fare una Rmn ma poi mi hanno detto che forse non era il caso di eseguire di nuovo lo stesso trattamento e che in ogni caso non lo effettuavano più all’Umberto I. Mi ero quasi orientata verso l’intervento chirurgico quando ho scoperto l’embolizzazione! Grazie! !!

Tiziana è la prima donna con cui parlo e che ha fatto sia gli ultrasuoni focalizzati che l’embolizzazione, in due ospedali di Roma, prima l’Umberto I e poi il San Camillo di Roma. E’ la sua esperienza personale, ci interessa molto perché di donne che sono risultate idonee agli ultrasuoni focalizzati non ne troviamo molte perciò sono preziosissime.

Oggi Tiziana è stata dimessa dall’ospedale, si è embolizzata e speriamo che stavolta sia la volta definitiva, ci vuole un po’ di pazienza, si vince, con calma, con il tempo che ci vuole.

Un abbraccio anche a te mia cara, che il futuro ti sorrida.

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Tu Puoi

DARIA IL PRIMA E IL DOPO

Semplicemente vi mostro due foto, Daria, prima e dopo (appena finita l’embolizzazione uterina). Mi sembra lampante tutto, il suo viso e la sua espressione sono chiarificatrici, Daria dice tutto con la sua espressione, mille parole non potrebbero raccontare meglio la sua situazione, il suo stato d’animo.

Io mi limiterei a mostrarvi il suo viso, in questo caso lei si è affidata al San Camillo di Roma, farei un post unico citando anche le altre, Manola, Tiziana, sono tre nomi tutti collegati alla stessa struttura sanitaria e al mitico dottor Morucci. Ricordo, inoltre, che nel post in alto, nella pagina Facebook, ci sono una decina di strutture sanitarie a cui vi potete rivolgere e di cui abbiamo molte buone recensioni.

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In questa pagina parliamo esclusivamente di chi può offrire un trattamento di embolizzazione uterina senza costi successivi, fermo restando che il mondo è grande, vasto e chiunque voglia embolizzarsi lo faccia nel regime che preferisce. Nessuno negherà il saluto a chi vuol farlo con altre modalità, semplicemente qui la nostra filosofia, fin dall’inizio, è parlare degli ospedali pubblici dove c’è la possibilità di embolizzarsi senza costi successivi aggiuntivi, pur apprezzando qualsiasi modalità se finalizzata a far star meglio una donna. La sanità pubblica è ignorata quando funziona molto bene, se ne parla solo se qualcosa non va, allora noi parliamo delle cose che vanno molto bene, di modo che ci sia una possibilità in più per tutte, con un grosso in bocca al lupo collettivo a chiunque si embolizza e con qualsiasi modalità.

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Tu Puoi

ECCO LE MICRO SFERE EMBOLIZZANTI

Vi mostro quelle micro sfere embolizzanti di cui spesso parliamo, quelle usate per l’Embolizzazione Uterina, sono granelli “magici” che ci permettono di conservare in sede l’utero senza l’obbligo di sottoporci a interventi invasivi che non sentiamo essere la giusta soluzione per il nostro problema di salute.

Le micro sfere sono come granelli di zucchero, grazie a loro, iniettate sapientemente dai radiologi interventisti, le vene che danno nutrimento ematico ai monsters sono chiuse e, di conseguenza, i fibromi muoiono e il corpo li elabora. Sono delle micro sfere di materiale plastico, un materiale ben noto in sanità poichè da decenni l’impiego è ampiamente diffuso, nel nostro caso sotto forma di micro sfere, in altri casi sotto forma di pezzi più grandi.

Le micro sfere non hanno alcuna possibilità di vagare nel corpo umano, non vi ritroverete micro sfere alla punta dei piedi o in testa, loro restano lì, spinte dalla pressione del sangue, consideriamole come delle “protesi fisse”, né più né meno.

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Il tutto da considerarsi come una chiacchierata tra pazienti, ci scambiamo informazioni e credo che mostrarvi proprio queste micro sfere possa esservi d’aiuto, in questo modo sapete anche come sono fatte, il loro aspetto. Sulla loro funzione e utilità  ci sono pochi dubbi, ormai è cosa nota che funzionano davvero, i risultati siamo tutte noi.

Io sto per compiere il quarto anno della mia embolizzazione.

Che Dio benedica le micro sfere e chi le ha inventate.

 

SALVA IL TUO UTERO

TU PUOI

TANTO ANEMICA DA ESSERE TRASPARENTE, SCEGLIE ROMA

Maria Teresa quando l’ho conosciuta era talmente pallida che la sua pelle sembrava di porcellana, mi ha fatto venire in mente quei preziosi piatti della dinastia Ming che se li guardi controluce sembrano sfoglie trasparenti. Sinceramente sentirla mentre faceva le flebo mi ha impressionato molto, chiedere “Cosa fai di bello adesso?” e sentire la risposta “Una flebo” era triste.

Con le tante flebo il suo pallore è andato diminuendo, ma, comunque, il problema persisteva perchè non puoi fare flebo a vita.

Tutto sommato è andata bene, lei, di Frosinone, giustamente ha optato per il Dottor Morucci del San Camillo di Roma, anche con una certa urgenza in quanto le emorragie mestruali non avevano più fine, era diventata una perdita di sangue perpetua e se da sopra metteva sangue da sotto ne perdeva, detto in maniera semplice ma ci siamo capiti tutti.

Cosa dire, ora Maria Teresa è felice di aver risolto il suo problema, temeva di dover ricorrere a interventi demolitivi, invece, poi, si è informata circa l’Embolizzazione Uterina e ha deciso che era la strada giusta da intraprendere. Ci sentiamo soddisfatte anche per questo risultato, sono belle storie, piene di sofferenza ma con un lieto fine.

Forza e coraggio, avanti la prossima.

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Tu Puoi

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE DI LISA

Lisa ha piacere di condividere con noi il suo “Punto della Situazione”; le riflessioni sul dopo sono sempre importanti dato che si parla molto del prima, ma il dopo passa in secondo piano. Invece no! Noi oggi vogliamo parlare del dopo e lo faremo tramite lo scritto di Lisa che, all’epoca, si affidò al Dottor Morucci del San Camillo di Roma.

L’intertervento di embolizzazione: Il tempo dei fatti

Eccomi qui, felicemente embolizzata!

Dalla capitale, dove mi sono sottoposta ad embolizzazione, dopo una settimana di riposo nelle terre di romagna dove abito, ho attraversato il Po verso nord, a fare visita ai miei genitori. Mia mamma mi accoglie a braccia aperte, ed esclama ‘Stai benissimo ! E’ ritornata la tua luce negli occhi!’.

Ebbene sì, mi sento rinata, sto riprendendo energia ,e soprattutto sono certa che la luce che mi è tornata negli occhi sia quella dell’aver superato il periodo nero pre scoperta-embolizzazione e dell’orgoglio di avere scelto l’opzione meno invasiva e giusta per me.

In strada per il ritorno verso casa, la mia mente torna a ripercorrere gli ultimi tempi, rivedendo il tutto come passato e lontano, anche se in realtà non è passato molto tempo.

Ripenso a quando nella disperazione, per caso ho scoperto la tecnica mini-invasiva di abbattimento dei fibromi, a quando ho parlato per la prima volta telefonicamente col radiologo interventista, a quando mi sono precipitata a Roma alla visita, a quando ho condiviso la scelta dell’embolizzazione con tante altre donne che nel corso di questo periodo ho visto passare dalle flebo di trasfusioni alle giornate di spensieratezza al mare, a quando temevo di come avrebbe reagito il mio organismo a tutto ciò, ed allo scetticismo con cui mi guardavano le persone che non conoscevano questa tecnica.

E di come tutto è diventato realtà anche per me, nel momento in cui ho avuto la conferma della data dell’intervento; quella sera di rientro al lavoro ero così contenta ed allo stesso tempo così in ansia che ho sbagliato uscita dell’autostrada. Già: quando la data è definitiva, arriva la consapevolezza che a breve si risolveranno i problemi causati dai fibromi, ma allo stesso tempo c’è l’ansia dell’intervento e della necessità di organizzare tutto: il periodo si assenza dal lavoro, dai familiari, dalla casa, e la trasferta in un’altra città, e tutto il necessario per l’ospedale.

L’ansia mi ha aggrovigliato lo stomaco fino alla mattina dell’intervento e magicamente svanita nel momento stesso in cui ho visto venirmi incontro Morucci che mi ha accolta in sala di attesa. Da lì sapevo di essere al sicuro, che c’era lui, la sua equipe ed il personale del reparto che si sarebbero presi cura di me. Ti mettono a tuo agio, scherzano con te, ed in un lampo tutto era passato, il giorno dopo ero in piedi e pronta per tornare a casa!

Tanti volti, tante voci, tante parole scritte di tutte le persone che mi hanno supportata, aiutata e con cui ho condiviso questo periodo della mia vita saranno sempre con me. Ora la palla sta a me, per informare ed aiutare altre donne.

Grazie a Lisa per aver condiviso con tutti i suoi pensieri.

Ricordo come nel post in alto, nella pagina Facebook, trovate almeno dieci ospedali, da nord a sud, con nomi di radiologi interventisti.

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FIBROMA ESPULSO PER INTERO E SEZIONATO. ECCO LA FOTO

Eccoci qui con un nuovo capitolo de “I fibromi espulsi per intero”. Stavolta lo abbiamo anche in versione sezionata. E’ il fibroma di Maria Teresa, una donna che vive nei pressi di Frosinone e che dopo essersi felicemente sottoposta a embolizzazione uterina è riuscita ad espellere il suo mostriciattolo. Vediamo la foto. Quel fibroma le aveva provocato un’anemia davvero terribile, davvero invalidante.

L’espulsione è avvenuta dopo contrazioni uterine, anche abbastanza dolorose (ma ricordatevi che i farmaci ci sono e possono essere presi, anche il Contramal, il Toradol e tutto l’ambaradam che la medicina ci mette a disposizione). Al tatto è “molliccio” ma compatto, sezionato appare di colore bianco, morbido ma, appunto, compatto. Odore pungente. L’espulsione è avvenuta naturalmente, senza alcun ausilio o necessità di intervento, si è semplicemente staccato grazie alle contrazioni e la forza di gravità l’ha fatto uscire dalla vagina. Il dopo non ha implicato  alcun intervento, non c’è stato bisogno di fare niente, semplicemente prima il fibroma c’era e ora non c’è più.

Nel caso della signora, all’inizio del tutto, le era stata proposta l’isterectomia come unica soluzione.

La signora ora lavora, vive normalmente, si gode la sua famiglia e butta fuori micro residui di quel fibroma in foto. Il tutto è fatto, l’utero è pulito, come nuovo.

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