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ECCO LE MICRO SFERE EMBOLIZZANTI

Vi mostro quelle micro sfere embolizzanti di cui spesso parliamo, quelle usate per l’Embolizzazione Uterina, sono granelli “magici” che ci permettono di conservare in sede l’utero senza l’obbligo di sottoporci a interventi invasivi che non sentiamo essere la giusta soluzione per il nostro problema di salute.

Le micro sfere sono come granelli di zucchero, grazie a loro, iniettate sapientemente dai radiologi interventisti, le vene che danno nutrimento ematico ai monsters sono chiuse e, di conseguenza, i fibromi muoiono e il corpo li elabora. Sono delle micro sfere di materiale plastico, un materiale ben noto in sanità poichè da decenni l’impiego è ampiamente diffuso, nel nostro caso sotto forma di micro sfere, in altri casi sotto forma di pezzi più grandi.

Le micro sfere non hanno alcuna possibilità di vagare nel corpo umano, non vi ritroverete micro sfere alla punta dei piedi o in testa, loro restano lì, spinte dalla pressione del sangue, consideriamole come delle “protesi fisse”, né più né meno.

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Il tutto da considerarsi come una chiacchierata tra pazienti, ci scambiamo informazioni e credo che mostrarvi proprio queste micro sfere possa esservi d’aiuto, in questo modo sapete anche come sono fatte, il loro aspetto. Sulla loro funzione e utilità  ci sono pochi dubbi, ormai è cosa nota che funzionano davvero, i risultati siamo tutte noi.

Io sto per compiere il quarto anno della mia embolizzazione.

Che Dio benedica le micro sfere e chi le ha inventate.

 

SALVA IL TUO UTERO

TU PUOI

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE DI LISA

Lisa ha piacere di condividere con noi il suo “Punto della Situazione”; le riflessioni sul dopo sono sempre importanti dato che si parla molto del prima, ma il dopo passa in secondo piano. Invece no! Noi oggi vogliamo parlare del dopo e lo faremo tramite lo scritto di Lisa che, all’epoca, si affidò al Dottor Morucci del San Camillo di Roma.

L’intertervento di embolizzazione: Il tempo dei fatti

Eccomi qui, felicemente embolizzata!

Dalla capitale, dove mi sono sottoposta ad embolizzazione, dopo una settimana di riposo nelle terre di romagna dove abito, ho attraversato il Po verso nord, a fare visita ai miei genitori. Mia mamma mi accoglie a braccia aperte, ed esclama ‘Stai benissimo ! E’ ritornata la tua luce negli occhi!’.

Ebbene sì, mi sento rinata, sto riprendendo energia ,e soprattutto sono certa che la luce che mi è tornata negli occhi sia quella dell’aver superato il periodo nero pre scoperta-embolizzazione e dell’orgoglio di avere scelto l’opzione meno invasiva e giusta per me.

In strada per il ritorno verso casa, la mia mente torna a ripercorrere gli ultimi tempi, rivedendo il tutto come passato e lontano, anche se in realtà non è passato molto tempo.

Ripenso a quando nella disperazione, per caso ho scoperto la tecnica mini-invasiva di abbattimento dei fibromi, a quando ho parlato per la prima volta telefonicamente col radiologo interventista, a quando mi sono precipitata a Roma alla visita, a quando ho condiviso la scelta dell’embolizzazione con tante altre donne che nel corso di questo periodo ho visto passare dalle flebo di trasfusioni alle giornate di spensieratezza al mare, a quando temevo di come avrebbe reagito il mio organismo a tutto ciò, ed allo scetticismo con cui mi guardavano le persone che non conoscevano questa tecnica.

E di come tutto è diventato realtà anche per me, nel momento in cui ho avuto la conferma della data dell’intervento; quella sera di rientro al lavoro ero così contenta ed allo stesso tempo così in ansia che ho sbagliato uscita dell’autostrada. Già: quando la data è definitiva, arriva la consapevolezza che a breve si risolveranno i problemi causati dai fibromi, ma allo stesso tempo c’è l’ansia dell’intervento e della necessità di organizzare tutto: il periodo si assenza dal lavoro, dai familiari, dalla casa, e la trasferta in un’altra città, e tutto il necessario per l’ospedale.

L’ansia mi ha aggrovigliato lo stomaco fino alla mattina dell’intervento e magicamente svanita nel momento stesso in cui ho visto venirmi incontro Morucci che mi ha accolta in sala di attesa. Da lì sapevo di essere al sicuro, che c’era lui, la sua equipe ed il personale del reparto che si sarebbero presi cura di me. Ti mettono a tuo agio, scherzano con te, ed in un lampo tutto era passato, il giorno dopo ero in piedi e pronta per tornare a casa!

Tanti volti, tante voci, tante parole scritte di tutte le persone che mi hanno supportata, aiutata e con cui ho condiviso questo periodo della mia vita saranno sempre con me. Ora la palla sta a me, per informare ed aiutare altre donne.

Grazie a Lisa per aver condiviso con tutti i suoi pensieri.

Ricordo come nel post in alto, nella pagina Facebook, trovate almeno dieci ospedali, da nord a sud, con nomi di radiologi interventisti.

SALVA IL TUO UTERO

Tu Puoi