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VESCICA BLOCCATA A CAUSA DEI FIBROMI E LA CORSA CONTRO IL TEMPO

Questa storia è pazzesca, dovevamo assolutamente condividerla perché credo la maggior parte tra noi non ha mai visto qualcosa di simile, per fortuna! Stefania è una donna che vive vicino Roma, ha poco più di 45 anni, ben portati, si è recata per una visita ginecologica di controllo e ha scoperto che qualcosa di inenarrabile si stava per abbattere sulla sua vita. Ho avuto una lunghissima telefonata con lei, dove mi ha riassunto le vicende che si sono susseguite. Provo a trascriverne i punti salienti, è stata una conversazione ai confini dell’incredibile!

Andai dal ginecologo non tanto perché avessi problemi evidenti di natura mestruale ma, invece, perchè mi sembrava di avere una piccola cisti e allora volevo vederci chiaro. Si, i primi due giorni di mestruazione erano abbondanti però niente di preoccupante. Il medico mi disse che il problema non era la cisti, ma gli enormi fibromi nel mio utero, in particolare uno mi premeva sulla vescica ed era pericoloso. Mi intimò immediatamente il ricovero e l’asportazione dell’utero, per intero, oltretutto avevo già due figli, quindi … Cosa ci dovevo fare? I miei fibromi erano tre, di circa 7/8 cm ciascuno, sapevo con certezza che non volevo togliere l’utero e, però, riflettendo, già da qualche giorno urinavo in modo anomalo. Avete presente quando andate in bagno e fate pipì? Ecco, io facevo pipì e poi, di colpo, tutto di bloccava e non usciva più niente ma io avevo ancora lo stimolo di urinare! Beh, poco dopo, mentre pensavo che l’utero non lo volevo togliere e cercavo una soluzione alternativa, ebbi un vero blocco vescicale. Non riuscivo più a far pipi, è stato terribile, uno shock. Mi poggiavo sul wc e non usciva neppure una goccia. Sono dovuta andare al pronto soccorso perchè, ovviamente, stavo malissimo, avevo dolori lancinanti all’addome. Mi hanno messo il catetere ed è uscito circa un litro di urina, sono rimasta paralizzata dal terrore e nonostante ciò continuavo a pensare che io l’utero non me lo volevo togliere! Tutti mi dicevano che mi stavo comportando da pazza e che non potevo vivere perennemente col catetere, l’utero andava tolto e anche subito e con esso sarebbero sparite le masse. No! No! Io l’utero non me lo voglio togliere! Ripetevo. Un urlo disperato mi annebbiava la vista, vedevo cedere il mio corpo e la mente era sempre meno lucida, iniziarono a venirmi attacchi di panico e crisi di pianto sempre più ingestibili, vedevo i miei figli disperati e il mio compagno angosciato. Iniziò un tour da film horror, andavo da uno specialista all’altro, col catetere infilato e i referti al seguito, tutti mi dicevano che l’unica soluzione era l’isterectomia e che dovevo farla anche subito perchè non potevo andare avanti così. I giorni passavano, sempre con il catetere infilato e, giustamente, mi venne anche la cistite, vagavo negli ospedali, negli studi privati e alla fine mi feci inserire in lista per l’isterectomia, in urgenza, il che vuol dire venerdì per martedì. Ero fuori di testa, non riuscivo più a pensare, ragionare, era un continuo passare dall’ansia alla depressione, io l’utero non lo volevo togliere, io non lo volevo togliere! Da sola mi misi su internet e da sola arrivai alla radiologia interventistica. Da sola scoprii gli ultrasuoni focalizzati, che non potevo fare, e, infine, approdai all’embolizzazione uterina. Provai anche ad accennarlo a un ginecologo, ma mi disse che tanto non ero idonea. Martedì mi dovevo operare. Punto. Quel fine settimana fu il più lungo della mia vita. Non riuscivo a vivere, mi misi on line e iniziai a cercare chi, a Roma, mi potesse vedere per capire se mi potevo embolizzare. Girando  alla rinfusa trovai il numero di un radiologo interventista, il dott Maurizio Morucci del San Camillo di Roma. Gli mandai un messaggio su Whatsapp, anche perché non ero in grado di sostenere una conversazione a voce, il pianto non mi abbandonava mai, ero l’ombra di me stessa. Passarono le ore, ricordo che era domenica, ormai era domenica e martedì dovevo fare l’isterectomia. Gli scrissi la mia situazione. Domenica notte mi rispose e mi disse di andare immediatamente in ospedale. Non mi sembrava vero. Non ero neppure più abituata a essere compresa, mi sembrava addirittura STRANO che qualcuno mi rispondesse di domenica, notte! Il giorno successivo ero al San Camillo, lunedì, il giorno prima della programmata isterectomia. Avevo la borsa con il necessario già in macchina, o l’avrei usata per l’embolizzazione o per l’isterectomia, mancavano poche ore. La faccio breve, mi disse che ero idonea, io ero un misto tra attacchi di panico e attacchi di felicità, mi sembrava di vederlo trasfigurato come un angelo con tanto di aureola 😀 quel catetere che mi portavo dietro da giorni me lo sarei dovuta tenere ancora un po’, ma si poteva procedere con l’embolizzazione! Arrivò martedì e io non mi presentai per l’isterectomia, mi chiamarono, vidi il numero ma non ebbi il coraggio di rispondere. Richiamarono e rispose il mio compagno, raccontando il cambio rotta. Mi dispiace. Io non me la sono sentita, non lo sentivo un intervento giusto per me. Lo so, ho rischiato, però io non lo volevo fare. Il giovedì successivo mi sono embolizzata e ho dovuto tenere il catetere ancora per qualche giorno, per sicurezza. Quando l’ho tolto e ho fatto pipì normalmente stavo per svenire dalla felicità. Mai, come in quel momento, ho capito l’importanza di quei piccoli gesti automatici di cui neppure ci rendiamo conto, mangiamo, facciamo i nostri bisogni, camminiamo e non ne immaginiamo l’importanza, quant’è bello fare pipì, quant’è bello!! E’ passato un mese e io sto bene, non ho più avuto problemi. Il mio ringraziamento va a chi mi ha embolizzato, alla mia famiglia e alle informazioni che ho reperito su internet, da paziente a paziente. Avrei preferito averle attraverso “canali ufficiali”, mi sarei risparmiata questa rocambolesca disavventura, ma so anche che sono stata molto fortunata, perchè per me le cose sarebbero potute andare in maniera diversa.

Ecco, come promesso racconto le storie davvero particolari, uniche. Dopo centinaia di storie pubblicate in cui abbiamo parlato di fibromi di ogni forma, misura e posizione, ora è il momento delle storie particolari e delle gravidanze.  Stefania è stata molto fortunata, nonostante tutto, il lieto fine non era così scontato. Ci sono decine di medici bravi e competenti, molti dei quali li trovate nella lista della pagina Facebook!

Altra bella notizia? Nunzia è incinta, embolizzata meno di un anno fa.

 

SALVA IL TUO UTERO

Tu Puoi

TANTO ANEMICA DA ESSERE TRASPARENTE, SCEGLIE ROMA

Maria Teresa quando l’ho conosciuta era talmente pallida che la sua pelle sembrava di porcellana, mi ha fatto venire in mente quei preziosi piatti della dinastia Ming che se li guardi controluce sembrano sfoglie trasparenti. Sinceramente sentirla mentre faceva le flebo mi ha impressionato molto, chiedere “Cosa fai di bello adesso?” e sentire la risposta “Una flebo” era triste.

Con le tante flebo il suo pallore è andato diminuendo, ma, comunque, il problema persisteva perchè non puoi fare flebo a vita.

Tutto sommato è andata bene, lei, di Frosinone, giustamente ha optato per il Dottor Morucci del San Camillo di Roma, anche con una certa urgenza in quanto le emorragie mestruali non avevano più fine, era diventata una perdita di sangue perpetua e se da sopra metteva sangue da sotto ne perdeva, detto in maniera semplice ma ci siamo capiti tutti.

Cosa dire, ora Maria Teresa è felice di aver risolto il suo problema, temeva di dover ricorrere a interventi demolitivi, invece, poi, si è informata circa l’Embolizzazione Uterina e ha deciso che era la strada giusta da intraprendere. Ci sentiamo soddisfatte anche per questo risultato, sono belle storie, piene di sofferenza ma con un lieto fine.

Forza e coraggio, avanti la prossima.

SALVA IL TUO UTERO

Tu Puoi

FOTO DI UN FIBROMA ESPULSO PER INTERO

Ma quale paura, niente paura!

Oggi vi mostrerò qualcosa che non avete mai visto, è un’immagine che deve dare speranza e va valutata con occhi positivi; una donna tra noi ha sofferto per anni a causa del suo fibroma, embolizzato, lo ha espulso per intero. Metto la foto all’interno del post di modo che solo chi lo vuol vedere lo potrà guardare.

Secondo me non è un’immagine di cui aver paura, Maria Teresa si è embolizzata qualche settimana fa, la sua situazione era davvero difficile a causa dell’anemia e delle flebo di sangue che era costretta a fare, il fibroma non era grandissimo ma le aveva rovinato la vita. Trattata con Embolizzazione Uterina, dopo qualche settimana, ha espulso la massa e, ovviamente, sta benissimo. Come? Il suo utero ha fatto tutto da solo, si è contratto finchè, per forza di gravità, il mostriciattolo è uscito fuori, da solo. Non è stata costretta a fare niente, semplicemente niente, prima c’era ed era nel suo corpo, ora è fuori. Fine.

Prossimamente metterò altre immagini, vogliamo vedere com’è all’interno la massa e lei stessa ci racconterà questo fantastico giorno di liberazione, lo farà in un secondo momento poiché ora sta festeggiando.

Senza tagli, senza perdere l’organo, senza punti, senza cicatrici, tutto in anestesia locale, l’embolizzazione uterina è questo, ti permette di trovare una soluzione in modo mini invasivo. E’ una tecnica praticata in tanti ospedali, in questo caso lei aveva scelto il San Camillo di Roma e il dottor Morucci.

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Solo alcune volte i fibromi escono per intero, è una situazione molto positiva perché il problema si estingue in un attimo, prima c’era e poi non c’era più; altre volte escono sgretolandosi, oppure colliquando oppure non escono affatto ed è il sistema immunitario che si occupa dello “smaltimento”. Sono varie modalità ugualmente efficaci, è il corpo della donna che sceglie come e cosa fare.

SALVA IL TUO UTERO

Tu Puoi

LISA SI RACCONTA

Lo scritto di Lisa è uno di quelli da leggere tutto d’un fiato. Non c’è bisogno di aggiungere altro a ciò che lei stessa condivide con noi, le sue parole raccontano una realtà ben distinta e chiara, Lisa ci dà una prospettiva esaustiva della sua situazione e allora sediamoci e leggiamo. Condividere fa bene!

Dalla scoperta dell’embolizzazione all’intertervento di embolizzazione: Il tempo delle decisioni ed il tempo dell’attesa

In questi mesi più volte mi sono trovata a riflettere, vedendo la mia esperienza e quella di molte altre donne, sui diversi aspetti che riguardano l’essere donna, e del voler decidere per noi stesse a salvaguardia del nostro corpo e dell’essere donna.

Una domenica mattina, parlando in spiaggia sotto il sole di agosto, con una mia amica , lei mi ha fatto la domanda ‘ ma come fai a sopravvivere in questo periodo di attesa? Sei forte! Io avrei bisogno di uno psicologo!

Ecco, questa frase mi ha dato lo spunto per dire che ‘no, non ho bisogno dello psicologo, ma ho Antonella, ed il gruppo su wa ‘Salva il tuo utero!’ Eh, sì, il loro sostegno, questo spazio di confronto virtuale, mi ha accompagnata in tutto questo periodo e mi ha permesso di non impazzire. Fisicamente non conosco nessuna delle più di 80 donne di cui è attualmente composto il gruppo, ma ognuna di loro con il suo vissuto, mi ha dato la forza e la consapevolezza di andare avanti a testa alta. A qualsiasi ora del giorno o della notte, se qualcuna ha un dubbio, un problema, un’ansia incontrollata, c’è qualcuna pronta a tendere una mano a dire una parola di conforto , a dare una soluzione a sdrammatizzare.

Nell’arco di tempo che ognuna di noi si è trovata a vivere, che intercorre tra il momento nel quale, praticamente per caso, si viene a conoscenza dell’embolizzazione ed il tempo in cui si affronta l’intervento, vi sono di fatto una serie di ostacoli da superare che fanno luce su aspetti di noi stesse, della famiglia, degli amici e della società che possono stordire, destabilizzare, e rendere le nostre giornate piene di dubbi e le nostre scelte verso la guarigione come un fardello pesante da portare avanti. Il gruppo in tutto questo diventa un punto di riferimento, uno spazio in cui ci si può rifugiare.

Il punto di partenza di tutte noi è ‘lo stare male ed il disagio’ ; i fibromi , a seconda di dove sono posizionati, di quanto grandi sono, creano almeno uno dei seguenti mali: emorragie, calo dei valori di emoglobina, calo dei valori del ferro, crampi, cicli mestruali dolorosi, problemi intestinali, problemi renali, problemi alla vescica, della colonna vertebrale , reflusso, squilibri ormonali, stanchezza, aumento di peso, gonfiore addominale. Tutti sintomi che in modo più o meno grave rendono la vita invalidante.

Vi è poi il giro perverso di pronto soccorso, medici, esami, pillole, il tutto praticamente condito da sentenze drastiche, ed allo stare male fisicamente si aggiunge lo stare male emotivamente. Si, perché i fibromi si possono manifestare e creare problemi dalla donna giovane alla donna matura anche già in menopausa. Tendenzialmente da nord a sud Italia le sentenze sono: Se si è giovani ed i fibromi sono ancora piccolini la sentenza non è drastica ti propongono di togliere solo i fibromi, ma con il conseguente dubbio ‘oddio potrò avere figli , potrò costruirmi una famiglia’, mentre se sono grandi o se sei sopra i 40 la sentenza è drastica ti propongono l’isterectomia accompagnato dalla frase ‘ tanto i figli li ha già avuti’ oppure ‘ se non ha avuto figli fino ad ora , mica li vorrà fare adesso’.

Ecco con questo fardello dello stare male si arriva a scoprire, chi prima chi dopo, praticamente , come detto, per caso, dell’embolizzazione ed alla soluzione di uccidere i fibromi, annullando tutti i mali, e lasciando l’utero al suo posto.

Ma le difficoltà non finiscono qui! Ci si trova ad affrontare una serie di altre ostacoli che rendono la strada fino all’intervento a volte molto faticosa e densa di ulteriori dubbi ed ansie. Ci si trova a portare avanti le proprie scelte, a superare le proprie insicurezze, ad andare contro i medici che ci avevano dato le loro sentenze, contro tempi di attesa eterni per fare una risonanza magnetica, contro una società diciamolo ‘retrograda’ che vuole confinare la donna al solo ruolo di fattrice (l’utero serve solo per fare figli), a volte contro i familiari che spinti da eccessiva preoccupazione creano ancora più ansia, fino alla difficoltà di dover raggiungere un ospedale lontano da casa, perché a volte ci si mettono anche i problemi di ospedali che chiudono.

Il gruppo, in tutto questo, supporta, dà soluzioni, sicuramente non si sostituisce al medico, ma porta esperienze di chi prima di te ci è già passato e ti tende una mano.

SALVA IL TUO UTERO

TU PUOI

 

DUE DONNE EMBOLIZZATE CON ACCESSO DIVERSO

Dal braccio o dall’inguine, il punto d’accesso per l’Embolizzazione Uterina può avvenire in queste due zone. Oggi vi voglio proprio parlare di due donne, embolizzate nello stesso ospedale, da due medici diversi, uno predilige l’accesso dal braccio e uno dall’inguine. Il risultato? Lo stesso identico buon risultato, d’altronde le particelle embolizzanti sempre un punto devono raggiungere: il fibroma da embolizzare.

Maria Cristina, originaria della Campania e Liliana, dal Sud America e residente in Emilia Romagna. Due donne, entrambe con lo stesso problema di salute e tutte e due si sono embolizzate; Maria Cristina è stata operata dal dottor Pieri e Liliana dal dottor Morucci, entrambi del San Camillo di Roma. L’esperienza dell’embolizzazione per entrambe è avvenuta con la sola anestesia locale, ve le mostro.

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Entrambe si sono affidate alla radiologia interventistica , d’altronde si erano sentite dire “Signora, ma lo tolga l’utero, tanto ormai che ci deve fare…” tuttavia Maria Cristina e Liliana hanno reputato idonea la possibilità di lasciare in sede il loro organo, sebbene non abbiamo intenzione di avere altri figli. Sia Maria Cristina che Liliana sono state pazienti, fiduciose, serene nel loro percorso, mai dubbiose nelle reali potenzialità dell’Embolizzazione Uterina.  Da nord a sud gli uteri da salvare non finiscono mai e sono sempre molte le donne che non hanno alcuna informazione riguardo le tecniche mini invasive.

Buon ritorno a casa, Liliana, che la tua simpatia ed allegria ti accompagni ora più che mai e buon ritorno a casa anche a Maria Cristina, nella sua gioviale simpatia del sud Italia.

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Tu puoi.

FIBROMA BEN OLTRE I 15 CM? ECCO GLI OTTIMI RISULTATI.

Di tanto in tanto ci arrivano donne a cui qualcuno ha prospettato l’isterectomia perché “Tanto il fibroma è grande, non esiste nulla al mondo che possa salvare il tuo utero“; per una donna la prospettiva di perdere un organo e di perderlo per incuria e per non aver fatto visite di controllo è una doppia condanna. Chi tra noi si è apprestata alla ricerca di una soluzione con un fibroma oltre i 10 cm spesso e volentieri si è sentita dire che la colpa era sua, se avesse… Se avesse, ma non ha fatto, allora cosa ne dite di proporre la miglior soluzione possibile, attualmente, senza puntare il dito?

Anche i casi disperati possono trovare delle soluzioni, tra di noi ci sono donne che hanno ottenuto ottimi risultati con fibromi di 19 cm, 20 cm, 15 cm, 16 cm… Più fibromi di grosse dimensioni, fibromi singoli, fibromi peduncolati, fibromi esterni, interni… Tutte hanno avuto una chance e i referti parlano chiaro.

angela roma

Guardiamo insieme i due ultimi referti di Angela, è palese e inopinabile  che si è passati da 18,4 cm X 16 cm X 9,5 cm a misure di 6 cm X 7 cm. Inoltre, per chi pensa che i fibromi peduncolati non abbiano alcuna speranza di riuscita in questo trattamento, beh, Angela aveva anche un fibroma peduncolato e ora lo stesso non esiste più, è stato riassorbito.

il prima

il dopo

Angela in questo momento si trova in treno e sta cantando Felicità di Albano e Romina, una bella giornata per lei, i suoi fibromi continuano a regredire, ci vuole il tempo che ci vuole, Angela sa benissimo che le sue masse erano davvero grosse e il tempo è necessario ma vede anche che ad ogni controllo ha perso dei cm. A lei, giovane e senza figli, non erano state date alternative, purtroppo per lei si potevano aprire solo le porte della sala operatoria per un’isterectomia, in realtà si è informata da un radiologo interventista a Roma, in particolare il dottor Morucci del San Camillo e ora può vantare degli ottimi esiti e anche un ottimo umore, il che non guasta affatto.

Grazie all’Embolizzazione Uterina!

Hai un mega fibroma e pensi di essere spacciata? Beh, sappi che non lo sei. I controlli annuali andrebbero sempre fatti, ma se per una qualsiasi ragione ti sei trascurata non ti sentire giudicata, cerca un medico che ti offra una soluzione e non un giudizio.

SALVA IL TUO UTERO

Tu puoi.

CATERINA SI E’ APPENA EMBOLIZZATA A ROMA

Caterina ci racconta la sua storia, simile a tante altre storie di donne che, ogni giorno, si trovano a combattere questo problema ginecologico e che, per fortuna o per testardaggine, riescono a risolverlo meglio di quanto avrebbero immaginato.

[07:59, 18/6/2018] Ho sempre avuto un ciclo abbondante e un po’ lungo. Circa 4 anni fa, dopo una stanchezza fisica totale e destabilizzante, il mio medico di base mi consiglia di fare un emocromo, da cui viene fuori un’emoglobina inferiore a 8 e ferro praticamente inesistente: panico! Cosa sta succedendo? Subito ecografie di rito, da quella all’utero si evince la presenza di più di un fibroma, uno intramurale che sporge in cavità.
Vado quindi dal ginecologo, ecografia, isteroscopia e inizio una prima cura ormonale della durata di tre mesi, con l’obiettivo di andare in menopausa farmacologica e lasciare a riposo utero e fibromi.
La situazione in realtà varia di poco, ho continuamente perdite di sangue ecc, il tutto si stabilizza dopo diverso tempo e decidiamo di tenere solo sotto controllo la situazione.
Intanto, il mio ciclo diventa sempre più abbondante (ho necessità di usare assorbenti per le incontinenza urinarie, ho detto tutto) e lungo (torno “pulita” solo dopo 10-12 giorni… in pratica per metà mese circa io avevo il ciclo). Ferro di nuovo a terra, flebo, integratori ecc.
Il tutto sta diventando insostenibile.
Ritorno dal ginecologo, altra visita, altre ecografie e isteoscopie: i fibromi continuano ad esserci ovviamente e la situazione non è la più rosea, occorre necessariamente fare altra cura ormonale per poi valutare se si può operare (miomectomia) oppure continuare ancora per diversi cicli ormonali.
Ho fatto i primi tre mesi di ormoni (una sola siringa in realtà, quindi capiamo la bomba che mi sono iniettata in corpo) durante i quali ho avuto tremila fastidi: a parte perdite ematiche CONTINUE (è da gennaio che non riesco a togliere più un assorbente, fosse anche uno sottile) intervallate a brevi cicli e a brevissimi giorni di tregua; vampate di calore, irritabilità ecc. Tutto questo per poi nemmeno sapere se avrei risolto in qualche modo, se mi fossi potuta operare davvero o se avessi dovuto continuare con gli ormoni… Noooo non era possibile, non poteva non esserci un’altra alternativa !
Ed è stato così che a febbraio, cercando ovunque in rete, ho conosciuto te e in seguito il dottor Morucci che ho incontrato pochi giorni dopo averlo sentito telefonicamente. Mi ha ritenuta idonea per l’embolizzazione e inserita in lista d’attesa per giugno.
[08:05, 18/6/2018] Domani sarà una settimana da quando ho fatto l’intervento e sono fiduciosa di aver fatto la scelta giusta. Avevo 5 fibromi, di cui uno di 7 cm multiplo (cioè formato da una piccola famigliola di miomi)

In bocca al lupo, Caterina, buona vita.

 

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Tu puoi

IL FORTE SANGUINAMENTO DESCRITTO DA CHI LO VIVE,ECCO IL SONDAGGIO

Tutte le donne hanno le mestruazioni e non fanno  tutte le storie che fai tu!” Mai come nel caso delle emorragie mestruali solo chi le vive può sapere com’è. Una volta mi trovavo in un supermercato e ho ascoltato la conversazione tra due donne che parlavano di una collega. Evidentemente questa malcapitata aveva un ciclo emorragico e le due colleghe ne criticavano il comportamento dicendo che tutte le donne hanno le mestruazioni e di sicuro non tutte si assentano in continuazione per andare in bagno.

Le mestruazioni emorragiche non sono mestruazioni normali. Solo le donne che hanno sperimentato l’emorragia mestruale possono sapere com’è.

Ho fatto un mini sondaggio tra le donne che conosco.

1. Descrivi le tue mestruazioni 2. Descrivi quali problemi fisici ti portano 3. Descrivi quali problemi ti portano psicologicamente

Risponde Anna di Salerno – ha risolto embolizzandosi:

1. Le cascate del Niagara 2. Dolore diffuso dalla pancia alla schiena, tensione addominale, gonfiore, stanchezza, debolezza, mal di testa, anemia, timore di perdite nonostante assorbenti interni, esterni, coppetta mestruale & C. 3. Irritabilità, nervosismo, fatica ad affrontare la giornata.

Maria Concetta di Palermo- ha risolto embolizzandosi:

1. Emorragie abbondanti 2. Dolore basso addome, mal di schiena,a volte mal di testa,fiacchezza 3. Paura di sporcarmi,ansia,evitavo di sedermi e andavo in panico quando sentivo scorrere il fiume in piena😥😥

Piera di Enna – si deve ancora embolizzare:

1. A volte inizio normale poi dal secondo al terzo giorno fiume in piena con grossi coaguli, di solito il quarto/ quinto giorno finiscono ma non sempre va così ogni tanto sembrano finite e poi ricominciano al settimo giorno o dopo neanche quindici giorni ( questo accade più spesso quando per non morire mi tocca prendete il Tranex). A volte invece arrivano di botto come un fulmine a ciel sereno in maniera molto violenta e sono le volte in cui magari mi tocca correre in ospedale 🏥2 Problemi fisici, a parte l’anemia perenne, (per cui ho dovuto fare una trasfusione) stanchezza, tachicardia, rigidità articolare, ipotonia muscolare. Durante il ciclo e spesso, non solo, pancia gonfia tipo gravidanza di quasi cinque mesi, tensione addominale, pesantezza, stimolo frequente a urinare, dolori a volte molto forti durante il ciclo (soprattutto quando mi viene più forte il flusso). Poi problemi di gastrite e colite legate al dover assumere ferro. 3. Problemi psicologici 😂 ‘na marea!!Primo fra tutte terrore ogni qual volta aspetto il ciclo. Durante e dopo perché ho paura che ritorni all’improvviso….uso continuo di pannoloni, assorbenti, salvaslip, non esco mai senza una scorta e un cambio appresso, poiché più volte mi sono macchiata in pubblico. Dopo 15 anni ci potrei scrivere un libro.Ah, dimenticavo una cosa che ha me da particolarmente fastidio delle conseguenze delle emorragie, cioè l’aver perso quasi tutta la forza fisica che avevo e l’agilità, ho quarantacinque anni ma mi sento come ne avessi il doppio, aver perso il mio vigore così presto é una delle cose che mi fa incazzare di più! 😡

Anna di Cosenza – sta per embolizzarsi:

Buonasera a tutte care amiche, anche io come voi ho passato tutti questi sintomi e li sto passando ancora, da quattro anni, con tanto di attacchi di ansia panico totale nonostante, prendendo l’Esmya, potevo essere tranquilla ma, niente, è rimasto il terrore. Adesso, finito il ciclo dell’ Esmya,  che è un farmaco con effetti transitori, non posso più lavorare perché ricomincia, il mio utero, a fare capricci, come se ci fosse un terremoto dentro il mio corpo. Da poco ho appreso che tra qualche giorno il Santo Morucci potrà intervenire con l’ Embolizzazione, non sono stata mai così felice come in questi giorni, con la nascita del mio nipotino 💗 e poi la notizia dell’intervento. Io credo tanto in questa tecnica, meglio dei bisturi ,voglio dire a tutte di crederci fino in fondo 😐Un po’ di ansia c’è l’ho ma è normale. da quattro anni ho questi fibromi che mi portano tutto il male possibile, emorragia, mal di schiena, spossatezza, dolore addominale, mal di testa, vertigini, attacchi di panico, svenimenti, non poter più guidare  o fare una passeggiata, ma la cosa più brutta avere le emorragie e dover combattere con le persone ,sia di lavoro che i familiari,  perché sono cambiata tantissimo , avevo perso 10 chili in un solo mese, poi la mia ginecologa mi ha consigliato, dopo una trasfusione, l’Esmya è così ho ricominciato un po’la mia “vita forzata” di tutti i giorni. Ma sto daccapo a dodici dopo aver sospeso il farmaco.

Mimma di Brescia – ha risolto embolizzandosi:

1. Emorragie o comunque flusso abbondante 2. Mal di pancia, mal di testa e anemia 3. Paura di sporcarmi e quindi evitavo anche di uscire

Francesca di Milano – ha risolto embolizzandosi:

Idem e mai usata coppetta,  i primi due giorni non riuscivo a uscire di casa. Vivevo dovendo programmare tutto un base al ciclo 😑

Anna di Fermo – si deve ambolizzare:

Io ho flusso abbondante da sempre e la coppetta è una mano santa, ma quando sanguino tanto per i  fibromi non c’è coppetta che tenga. Magari in casa sì, per non usare pacchi e pacchi di assorbenti…

Adele di Brindisi – ha risolto embolizzandosi:

Emorragie abbondanti, dolori addominali, paura di uscire e di sporcarmi, uso di pannoloni per incontinenti per limitare il problema, mal di testa, insonnia, irritabilità.

Ecco alcune testimonianze, se anche tu che stai leggendo hai mestruazioni emorragiche e ti senti incompresa, additata come “esagerata” sappi che non sei affatto esagerata, solo chi ha sperimentato questo problema sa esattamente com’è.

 

SALVA IL TUO UTERO

Tu puoi.

 

 

 

 

 

 

ROSA CHE VIVE PIU’ A SUD DI TUNISI SI EMBOLIZZA E VOLA A CASA

Ma quant’è bella questa solidarietà gratuita, quanto, quanto…

Beh la mia storia non è come quella di tante, fatta di emorragie, super farmaci. Tutto inizia quando inizio a cercare una gravidanza che non arriva. Inizia un percorso fatto di visite, di dottori che vedono il mio fibroma, e c’è anche chi lo vede doppio, poi a quanto pare quello più piccolo era un” polipetto “, almeno così lo chiamano e mi viene tolto con un’ isteroscopia. Il percorso va avanti, lui è sempre visibile, ma non a tutti. Dopo quel polipetto il medico pensava che sarei dovuta restare incinta, ma niente… Le cure, intanto, mi stravolgono fisicamente e moralmente, non riuscivo più a controllarmi, piangevo di continuo. Allora mollo, e anche il dottore mi dice di prendermi una pausa. Era primavera, in autunno parto per Milano, vado da una famosa dottoressa omeopatica, vede il fibroma, mi dà delle cure per non farlo crescere, ma poi dopo tempo mi accorgo che, piuttosto, era cresciuto. Altra breve pausa, vado in una clinica dalle mie parti, dove c è un centro per la procreazione assistita, allora il medico mi dice che il fibroma si trova nella posizione sbagliata, dobbiamo toglierlo, intanto mi prescrive delle medicine per poter iniziare, dopo, il percorso di procreazione assistita, le acquisto e le conservo a casa. Passa il tempo e il medico non chiama, allora provo a contattarlo per chiedergli che tempistica c’era e lui mi risponde ” lo dica al presidente della Regione che ci dia più soldi”, mi gelo e aspetto che siano loro a chiamarmi, ma niente. Allora vado da un medico a Catania da un altro specialista… Eh, certo, mi dice, si il fibroma impediva una gravidanza, però mi dice ” e finora cos’ha ha fatto?” 😡 Comunque gentile, bigliettoni alla mano💷💷… Mi fa fare un’ isteroscopia, lì trovo un’ altra persona, neanche saluta, freddo 😳. Vado a pagare il ticket di ritorno per consegnare il foglio, entro in questo reparto, ma davanti alla sua porta c è una persona (non mi vedono nessuno dei due), con me in attesa c’era anche un informatore scientifico, e si parlava di numeri, fare i numeri… Ci sentiamo in imbarazzo e usciamo. Finalmente entro, facciamo questa isteroscopia, il top della delicatezza, mi fanno mettere sul meraviglioso lettino e mi sistemano la macchina, davanti a me, io lì in un imbarazzo totale, premetto, ad esempio nella sala operatoria del San Camillo si sono si sono scusati perché erano tutti uomini, laggiù invece niente di niente. Nel referto il tecnico consiglia di asportare il fibroma, il medico mi dice che io “non faccio i numeri”, non avevo scelta, fecondazione eterologa, mi mostra le statistiche…. E io chiedo, ma il fibroma….. E lui.. “se lo tenga, quando avrà l’emoglobina bassa, le emorragie.. E allora magari……”
Ritorno a casa depressa mi sento con le mani legate…. Mia nipote cerca su internet e trova il sito “Salva il tuo utero”… Scrivo e tu mi rispondi… Mi parli dell’embolizzazione, e io mi sento tranquilla, giù fiduciosa. Mi metti in contatto con il dottor Morucci, e qui la sorpresa, un dottore umano, solare. Io abito a Scicli, più a sud di Tunisi 😨 e il 21 febbraio si va a Catania e si parte per Roma. Il 22 eccoci al San Camillo, ci di incontra per la prima volta con il dottor Morucci, per me colloquio con la ginecologa 😳 mi vuole far sapere che posso perdere la fertilità, mi fa firmare, e ok non c’è nessun problema, non mi spavento. Eccoci sotto i ferri, nel padiglione di radiologia sono tutti così gentili e umani, quel tatto, quella delicatezza, che proprio mi mancava. Non ho rispettato neanche i tempi ospedalieri, volevano trasferirmi in ginecologia e io invece sono voluta uscire. No grazie. Mi bastano coloro che sono in radiologia. Dopo due giorni si ritorna a casa, un bel viaggetto, ma lo rifarei, anche domani. Non so se riuscirò a diventare mamma, per l’età giovane ma non giovanissima e l’utero fibromatoso, ma comunque vada è stata una bellissima esperienza. Altri dottori mi avrebbero voluto far vivere un’ esperienza diversa, ebbene, è andata in modo diverso ma a modo mio… Sulla mia salute, ho scelto io. Forse ho esagerato….. Ma spremi questo racconto, plasmalo…

Rosa, mi hai anche fatto sorridere, tu che abiti sotto a Tunisi  sei la mia amica di battaglia più mediterranea, diciamo così! Io al tuo posto avrei fatto le stesse identiche cose, anche per me l’Embolizzazione Uterina è stata la soluzione migliore che potessi trovare. Lo rifarei altre mille volte, anche domani se fosse necessario. E se trovo un nuovo lavoro, chissà, mi cimento in qualche gravidanza. Io posso, tu puoi, noi possiamo scegliere il meglio per noi, ciò che ci fa sentire bene.

Un grosso abbraccio a te, evviva i siciliani!

SALVA IL TUO UTERO

Tu puoi

MARIA ADELE, ANCHE LEI ABBATTE I SUOI FIBROMI

Maria Adele è una delle tante donne pugliesi che in questi mesi ho avuto il piacere di conoscere virtualmente. Purtroppo non ho potuto incontrarla direttamente quando è venuta a Roma, però abbiamo avuto modo di parlare più volte al telefono e ci siamo confrontate su tutto quello che riguarda l’embolizzazione uterina, dal punto di vista di noi pazienti. Maria Adele è una bella persona, bella dentro e bella fuori. Non ho mai incontrato donne pugliesi che non mi abbiano fatto un’ottima impressione, sono sempre numerose e accomunate da una tenacia e un desiderio di guarigione davvero lodevole. Mentre la nostra amica mi scrive, Rossella, calabrese, è in sala per la sua embolizzazione. Queste storie sono anche uno scambio di affetto tra esseri umani che non si conoscono, donne che soffrono della stessa patologia e non traggono alcun guadagno dalla solidarietà che diffondono.  E’ una goccia di altruismo che genera altre gocce.

Leggiamo insieme l’e-mail di Maria Adele.

Eccomi qui a raccontarvi la mia storia! Mi chiamo Maria Adele Murri e ho 49 anni! Ho avuto la diagnosi di miomi multipli lo scorso maggio anche se ero consapevole che qualcosa non andasse dal lontano 2006. Inizialmente il mio ciclo mestruale, che è sempre stato normalmente abbondante, è diventato emorragico. Ho pensato si trattasse di stress visto che stavo vivendo un periodo difficile della mia vita. Ma le cose non sono mai cambiate! Nel 2013 ho iniziato ad avvertire una protuberanza al di sopra dell’ utero, visibile ad occhio nudo. Ma è stato soltanto in seguito ad una emorragia senza tregua dello scorso aprile che mi sono decisa ad un controllo. Diagnosi 8 fibromi dai 9 cm sino a qualche millimetro. Consiglio: hai 49 anni due figlie… Quindi togliamo tutto, ovaio compreso! La diagnosi mi ha stordita. Ero consapevole dovesse esserci qualcosa. Ma allo stesso tempo non ho mai pensato a rinunciare al mio utero! Per questo dopo aver fatto i marcatori tumorali ed essermi assicurata che tutto fosse ok ho deciso di controllarli con regolarità e nel frattempo mi sono documentata. Ho scoperto questa tecnica molto in voga negli Stati Uniti. Mi chiedevo se non fosse praticata anche in Italia. Durante le mie notti insonni mi sono imbattuta su internet nel sito di Antonella,mi sono confrontata con lei e con altre donne. E poi ho conosciuto il dottor Morucci del San Camillo di Roma che mi ha ispirato subito professionalità sicurezza e determinazione oltre che tanta simpatia. Ho fatto tutto il necessario nel giro di poco tempo! Sono contenta di essere riuscita nel mio intento, salvare il mio utero!! Che non è solo l’organo della riproduzione come molti vorrebbero far credere! Ma è un organo importante che per noi donne è fondamentale per molto altro. Anche la mia ginecologa attuale è contenta di questa mia scelta.Tanto che mi ha chiesto di crearle un contatto col dottor Morucci per saperne di più e aiutare tante tante donne che andrebbero incontro a interventi demolitivi.
Rifarei questa scelta altre mille volte. E spero che la nostra esperienza aiuti molte donne a pensarci mille volte prima di farsi menomare.

Le notti insonni sono tipiche di noi donne che non vogliamo perdere un organo, l’ansia e la preoccupazione è fisiologica, purtroppo anche la frase “Tanto, ormai, che ci devi fare con l’utero”, è una frase che riecheggia da nord a sud, eppure, signori miei, l’utero ce lo vogliamo tenere semplicemente perché non è un organo con data di scadenza.

NON ESISTE UN “TANTO, ORMAI…”

Rimarco in grassetto anche la presenza della sua ginecologa che guarda con un sorriso l’embolizzazione uterina, noi donne abbiamo bisogno di aiuto e comprensione, i medici che ci fanno sentire accolte e ascoltate vanno segnalati come esempi positivi.

Grazie a Maria Adele per aver condiviso con noi la tua esperienza. Per chi sceglie Roma, in particolare,vorrei incontrare di persona tutte voi ma siete numerosissime e non sempre sono in grado di venire, fisicamente, purtroppo!

Un grosso abbraccio alla nostra amica e i migliori auguri.  Da paziente a paziente.

 

SALVA IL TUO UTERO

Tu puoi